-Esci?-
Ti sei alzato. Da molto il sonno ti fa poca compagnia, ma la notte che finisce non lascia più un’inquietudine densa. L’angoscia sbiadisce nel tempo.
-Dove vai?- Quarantacinque anni a condividere lo stesso letto le danno il diritto di chiedere.
-Sulla collina.-
-Anche oggi?-
-Sto bene.- Senti la pena che trafila dalle parole e col braccio circondi le sue spalle mentre ti accompagna alla porta, non ti può trattenere, lo sa.
Non sei più suo, pensi, né più tuo. E non sai come dire che la vita di sempre riflette un’onda che ti allontana di più. Cerchi il tuo posto. E non è qui.
Segui la strada fino al sentiero che sale tra spinose acacie dorate, poi tra castagni. Più su, sui prati stesi a mezzogiorno, abbandoni il rimorso di star bene da solo.
Cammini.
Un piede avanti all’altro scandisci lo spazio. Il tempo non lo vuoi misurare.
Ascolti…
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Grazie per averlo riproposto…fa bene al cuore
Ciao
.marta
E il tuo commento fa bene al mio cuore
Grazie, cara Marta