Sola, languisce sulla spiaggia, ma ha voglia di lui e allora scrive anche se sa che non avrà risposta e lei comunque non resiste: quello che è deve essere espresso, perché trabocca e poi non trova giusto trattenere… non dire… deve sapere…
“StesaAlSoleSuQuestaSabbiaCaldaIlventoCheMiAccarezzaIlPrufumoDelmareQuelloCheManca
E’IltoccoDelleTueManiSullaMiaPelleNudaEStancaDiAspettare”
Già, lui non risponde. Allora insiste e non sa, ora, se è per rabbia, sconforto, provocazione, o solo un impulso a dire quello che sente… O un annullarsi nell’umiliare lei, sé stessa, nel mendicare…
“VorreiDartiPiacerePerchèIlMioPiacereStaNelTuoInQuelloCheVuoiDaMeEDiMe”
E insiste ancora:
“PossoFareLamorePerTerraInPiediSuUnaSediaSottoLaDocciaSulleScaleDentroUnaMacchina…
AspettoSoltantoCheTuMiDicaDoveEQuando”
All’improvviso qualcosa trilla: nuovo messaggio ricevuto!
Non è possibile, sarà un’amica, non è lui, si dice per ridurre, se mai si può, la delusione che di certo le cadrebbe addosso se il messaggio non fosse quello atteso e guarda la letterina che lampeggia, ma ha intanto il cuore stretto. Vuol darsi un tono e pigia lentamente i tasti controllando a stento la fretta e legge:
-Vodafone: Addebito SMS…_-
SMS
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